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intervista paolo simoncelli

Intervista a Paolo Simoncelli, il papà del Sic.

2 dic

In occasione dell’inaugurazione della Galleria "La Storia del Sic", i giornalisti di motociclismo.it hanno rivolto alcune domande a Paolo Simoncelli, il papà del Sic.

Come sono queste giornate?

Sono giornate… difficili. E purtroppo non c’è niente da fare, devi accettare questa situazione.

Conosciamo Marco per le gare, ma vedendo il museo scopri che ha fatto di tutto, auto, kart, fuoristrada, “soap box”…

Marco ha fatto tante cose nella sua carriera, il fatto è che la gente allora non lo conosceva. Ma si è sempre distinto in tutto quello che ha fatto.

Com’è nato il museo?

Ci sembrava giusto fare questa cosa perché abbiamo avuto tante manifestazioni di simpatia e abbiamo voluto dare qualcosa che possa fare emozionare le persone. Ognuno vedrà il museo con i propri occhi ma penso che qui ci sia tutto lo spirito di Marco.

La competitività spesso allontana i piloti, alcuni sembrano odiarsi, ma da come conosciamo Marco sembra che per lui non sia stato così, un ragazzo di gran cuore.

Marco era esattamente come lo vedevi in televisione, non cambiava davanti alle telecamere. Io penso che poi la gente l’abbia capito, magari qualcuno in ritardo. Era veramente un grande. Nella vita professionale aveva raggiunto l’apice e da quel momento avrebbe iniziato a vincere tanto. Sarebbe stato avvantaggiato anche dalle mille, visto che con le 800 era penalizzato dal peso, i consumi lo rallentavano molto. Questo è il mio unico rammarico, se questo era il suo destino, così sia.

Marco era nato per le competizioni, non era solo una passione, era un grande talento, non sarebbe stato possibile né giusto fermarlo.

Io e la mamma l’abbiamo aiutato a seguire un sogno.

Vedendo il museo, le immagini, le coppe e soprattutto sapendo com’era Marco ci viene in mente una cosa: Marco il sogno lo stava vivendo.

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